Tutto deve partire da un sentimento di fiducia, una fiducia necessaria e basata sull’impossibilità di poter verificare effettivamente quanto delle nostre donazioni alla fine viene utilizzato per raggiungere lo scopo prefissato. D’altronde non è un mistero che associazioni onlus e fondazioni benefiche (a favore di questa o quella causa) nascono ogni giorno e che buona parte di esse, purtroppo, vengono utilizzate al solo scopo di raggirare la benevolenza delle persone e di chi crede veramente nei progetti di aiuto e volontariato.
Dall’altra parte, però, esistono anche strutture consolidate che realmente portano avanti progetti di solidarietà e il cui aiuto, da parte di tutti, risulta necessario per raggiungere degli obiettivi benefici.
Parliamo, ad esempio, di Operation Smile Italia, fondazione nata nel 2000, con lo scopo di portare avanti missioni di solidarietà nel mondo a favore di persone, ma soprattutto di bambini affetti da gravi malformazioni facciali. La Fondazione oggi può contare sul sostegno di una vasta comunità di persone, tra medici, infermieri, operatori sanitari, semplici volontari che scelgono di partecipare alle missioni umanitarie nel mondo per garantire a persone meno fortunate di noi il diritto a sorridere.
Figlia della realtà americana di Operation Smile International, attiva dal 1982, la Fondazione Operation Smile Italia promuove, grazie al sostegno di numerosi donatori, interventi di chirurgia plastica ricostruttiva per curare gravi malformazioni facciali come il labbro leporino e la palatoschisi.
Ma come si può garantire ad un donatore che decide di fornire il suo contributo (economico o meno che sia) che il suo sostegno verrà realmente utilizzato per delle missioni mediche? Molte spesso sono i personaggi di successo che, convinti della serietà e professionalità dell’associazione, decidono di mettere la propria faccia e di proporsi come garanti della solidità del progetto e della struttura.Testimonial del sorriso, sono così chiamati i personaggi dello spettacolo (e non solo) che hanno deciso di fornire liberamente il proprio appoggio alla Fondazione Operation Smile confermando l’attendibilità del progetto e delle missioni di volontariato in programma.
Massimo Ranieri, Luca Barbarossa, Rita Dalla Chiesa, Barbara D’Urso, Jimmy Ghione di Striscia la Notizia (la stessa trasmissione che più e più volte ha smascherato sedicenti fondazioni benefiche che in realtà nascondevano ben altri progetti economici) sono solo alcuni dei personaggi noti che hanno espresso le proprie opinioni e recensioni positive sull’operato locale ed internazionale di Operation Smile Italia.
A volte, però, non basta neanche il sorriso o la voce di qualcuno per dare evidenza di un progetto umanitario reale e per nulla costruito sull’inganno. Allora bisogna guardare oltre e cercare ulteriori segnali che possano garantire della solidità di una fondazione, segnali che non possono essere creati ad arte ma che sono frutto di anni e anni di fruttuosa collaborazione ed impegno. Un esempio può essere allora la presenza di centri di cura specialistici, come quello della Smile House di Milano, il primo centro multi-specialistico di Operation Smile in Europa nato da un Protocollo d’Intesa firmato dalla Fondazione Operation Smile Italia Onlus e dall’Ospedale San Paolo. Il progetto della Smile House, che prende vita grazie al supporto di migliaia di persone, può rappresentare allora la garanzia che dietro le promesse di un aiuto umanitario esiste una realtà concreta in grado di sostenere i pazienti e di fornire loro l’assistenza medica che meritano. Oggi la Smile House milanese fornisce cura ai malati, porta avanti progetti di ricerca scientifica, favorisce la formazione dei medici volontari per prepararli alle missioni umanitarie da affrontare e garantisce la giusta assistenza alle famiglie che hanno deciso di adottare bambini con gravi patologie facciali.
Anche la Smile House nasce, come detto, grazie alle donazioni di tutti e grazie al sostegno dei numerosi partners della Fondazione Operation Smile: un vero e proprio centro di riferimento dopo poter osservare con i propri occhi cosa vuol dire portare avanti davvero attività di volontariato e poter restituire un sorriso ai più piccoli.